All’interno della nostra struttura abbiamo allestito uno spazio di riabilitazione completo, dove i singoli pazienti potranno dedicarsi alle loro attività ed essere seguiti in sedute specifiche nel rispetto della privacy e in sicurezza.

T.E.CA.R. sta ad indicare Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo ovvero il modo in cui la Tecar-terapia trasferisce energia ai tessuti. Sinonimi possono essere “diatermia da contatto”, “diatermia a radiofrequenza” o “diatermia capacitiva resistiva”.

Applicando il principio fisico del condensatore, la Tecarterapia induce all’interno dei tessuti lesi un movimento alterno di attrazione e repulsione (500.000/ 1.000.000 di volte al secondo) delle cariche elettriche degli ioni presenti nei tessuti corporei.
In tal modo la tecarterapia trasferisce energia ai tessuti senza alcuna somministrazione di energia radiante dall’esterno.

Il fisioterapista può infatti utilizzare la tecarterapia in due modalità differenti per trasferire energia focalizzando l’energia su tessuti differenti in funzione di dove è localizzata la patologia:

  1.  Tecarterapia modalità capacitiva, rilascia più energia nei primi strati sotto l’elettrodo, efficacie sui tessuti molli e superficiali (muscoli, sistema vascolare e linfatico, etc.)
  2. Tecarterapia modalità resistiva, rilascia più energia nei tessuti ad alta impedenza (cioè che lasciano passare minor energia), per questo è utilizzata per applicazioni sui tessuti ossei, cartilaginei, tendinei, aponeurotici.

È fondamentale sfatare il mito che il sistema Capacitivo deve essere utilizzato più sul muscolo e il Resistivo per osso e tendini. L’utilizzo della Tecarterapia deve essere il più specifico possibile. Prima deve esserci una diagnosi o una valutazione funzionale. Una volta individuato il tessuto target, origine dei sintomi o della disfunzione, solo allora si decide quale modalità e quali accessori utilizzare.

I meccanismi fisiologici della Tecarterapia sono molteplici:

  • Miglioramento dell’afflusso arterioso con incremento dell’apporto di sostanze nutritizie ed ossigeno (riduzione delle tensioni muscolari)
  • Miglioramento del deflusso venoso linfatico con più efficiente espulsione di tossine e cataboliti (riduzione dell’infiammazione)
  • Miglioramento dell’equilibrio di membrana di tutte le cellule presenti nell’area trattata Aumento del metabolismo
  • Potenziamento e sinergia con principi attivi che si vogliono veicolare come trattamenti topici

La tecarterapia può coadiuvare il trattamento di diverse patologie come ad esempio l’artrosi, il mal di schiena, le cervicalgie, le tendiniti e fascite plantare. Può essere un valido supporto nel trattamento delle contratture muscolari e nel trattamento sintomatico della fibromialgia.
Le fibrosi sono un altro campo di applicazione della tecarterapia. In traumatologia trova applicazione nella facilitazione del riassorbimento degli ematomi e nella biostimolazione delle lesioni muscolari.

ULTRASUONOTERAPIA

L’ultrasuonoterapia è una modalità di trattamento che sfrutta l’emissione di ultrasuoni con frequenze tra 1 MHz e 3 MHz per curare dolori e favorire la guarigione dei tessuti.

Gli ultrasuoni hanno la capacità di penetrare nel sistema biologico, raggiungendo facilmente i tessuti interni del nostro organismo. Questa peculiarità consente dunque di andare a stimolare i tessuti irradiati mediante una sorta di massaggio cellulare ed intercellulare ad alta frequenza; quest’azione produce inevitabilmente delle vibrazioni, quindi energia e di conseguenza produzione di calore. È proprio tale calore o effetto termico che sarà responsabile dell’azione curativa a livello dei tessuti andando a rappresentare una terapia analgesica, antinfiammatoria, distensione muscolare e tanto altro.

Tra i disturbi comuni trattabili con gli ultrasuoni troviamo:

  • Periartite
  • Tendinite
  • Lesioni e strappi muscolari
  • Contratture
  • Borsiti
  • Lesioni ai legamenti
  • Malattie reumatiche
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Il bendaggio funzionale è un presidio di contenzione dinamica che, utilizzando bende adesive estensibili ed inestensibili opportunamente combinate e disposte, si propone di ottenere la protezione ed il sostegno di strutture muscolo-tendine e/o capsulo-legamentose.

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E’ un acronimo (Instrument Assisted Soft Tissue Mobilization) che tradotto significa “Strumenti per la mobilizzazione assistita dei tessuti molli”. In pratica affiancano la mano per lavorare tutti i tessuti molli, cute, muscoli e fascia ed essere più selettivi che con la sola mano.

Con uno IASTM adeguato si possono effettuare varie manovre in grado di abbattere efficacemente le restrizioni fasciali e il tessuto cicatriziale attraverso frizioni, compressioni e scivolamenti sul tessuto target. Per mezzo di “microtraumi” (controllati e specifici) alla struttura dei tessuti molli oggetto del trattamento si provoca una stimolazione meccanica oltre che neurofisiologica. Il microtrauma avvia il “riassorbimento” o il rimodellamento della fibrosi o del tessuto cicatriziale in eccesso e facilita una cascata di reazioni neurofisiologiche con conseguente rimodellamento delle strutture dei tessuti molli interessati.

Le indicazioni terapeutiche possono consistere in:

  • Restrizioni di Movimento (articolare)
  • Problemi di fibrosi o cicatrici muscolari
  • Cicatrici cutanee
  • Condizioni dolorose come Epicondilite ed Epitrocleite; Sindrome del tunnel carpale; Dolore al collo; Fascite plantare; Tendinite della cuffia dei rotatori; Tendinite rotulea; Tendinite dell’Achilleo; Sindrome di DeQuervain; Borsite acuta (a monte e a valle della infiammazione); Mal di schiena; Dito a scatto; Sindrome della bandelletta Ileo Tibiale
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Cosa sono le onde d’urto focali?

Le onde d’urto focalizzate sono onde acustiche (impulsi sonori) di breve durata e a elevata pressione in grado di produrre un’azione meccanica diretta sui tessuti in cui si propagano.

L’applicazione di questo tipo di energia fisica permette di ottenere effetti antinfiammatori, antidolorifici e antiedemigeni sui tessuti molli del corpo, ma possono essere utilizzate anche per stimolare la rigenerazione ossea dopo una frattura e quella cutanea, accelerando il processo di guarigione di piaghe, ulcere e ferite di varia origine.

Le onde d’urto focali si differenziano da quelle radiali e quelle defocalizzate (non disponbili in Auxologico) che servono per trattare condizioni non focali e più superficiali.

Per quali casi sono indicate?

Le onde d’urto focalizzate rappresentano un valido strumento terapeutico per molte patologie dell’apparato muscolo – scheletrico, sia acute sia croniche.

Le onde d’urto focali vengono impiegate per trattare numerose patologie, sia in fase acuta sia cronica, tra cui:

patologie infiammatorie e degenerative dei tendini della cuffia dei rotatori a livello della spalla (con o senza calcificazioni);

• patologie infiammatorie e degenerative dei tendini a livello del gomito (epicondilite o gomito del tennista; epitrocleite o gomito del golfista);

• patologie del tendine rotuleo (ginocchio del saltatore);

• patologie del tendine di Achille;

• borsiti superficiali (borsite trocanterica);

fascite plantare, con o senza spina o sperone calcaneare;

• complicanze di fratture (ritardo di consolidamento e pseudoartrosi, necrosi avascolare);• algodistrofie;

• ipertono spastico nelle patologie neurologiche;

• patologie cutanee (ulcere, ustioni non circonferenziali, ritardo di guarigione di ferite).

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